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Neurofeedback

Brain Map

Il neurofeedback è un particolare tipo di biofeedback utilizzato per autoregolare il sistema nervoso centrale; è una tecnica efficace, indolore e non invasiva che lavora sulle onde cerebrali attraverso il segnale dell’elettroencefalogramma o dell’emoencefalografia (il flusso sanguigno registrato mediante termoscopia). 

Frutto della sapiente integrazione di psicologia, neurofisiologia e neuroscienze, il neurofeedback offre un percorso unico ed efficace di cura, potenziamento e crescita. Si impara a lavorare direttamente sul proprio cervello al di là delle parole in modo diretto e sicuro.  

Come funziona 

approccio integrato

Grazie al neurofeedback il cervello è in grado di utilizzare le proprie risorse per riorganizzarsi nella maniera più efficace: uno dei grandi punti di forza del neurofeedback è proprio l’assenza di effetti collaterali in quanto è una terapia che viene costruita sul cliente, un modo divertente per allenare il proprio cervello.

Il neurofeedback è un efficace strumento per la promozione della neuroplasticità ossia la capacità innata del nostro cervello di cambiare e organizzarsi attraverso l’esperienza: laddove si siano creati dei pattern cerebrali disfunzionali, frutto di esperienze traumatiche, modalità affettive anomale e disorganizzate o causati da svariate patologie, da stress cronico, è possibile intervenire e aiutare il cervello a riorganizzarsi in modo efficace in tempi brevi.

Il Neurofeedback per la salute

Il neurofeedback è impiegato in ambito clinico, ed è una terapia evidence based contiuamente supportata e sottoposta a ricerca scientifica. La prestigiosa AAPB Association for Applied Psychophysiology and Biofeedback ha stabilito i criteri sui livelli di efficacia per diverse tipologie di disturbi https://www.aapb.org/i4a/pages/index.cfm?pageID=3404. Grazie numerose ricerche e sperimentazione viene riconosciuto fra i trattamenti in assoluto più efficaci per l’ADHD; viene impiegato con successo nella depressione, nei disturbi d’ansia, nel trattamento del disturbo post traumatico o acuto da stress, nel disturbo ossessivo compulsivo, nei disturbi dell’apprendimento, nell’autismo e molti altri ancora.

A chi si rivolge?

Il neurofeedback è un eccellente strumento per numerose patologie come ad esempio:

  • Disturbi dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD)
  • Disturbi dell’apprendimento
  • Disturbi depressivi
  • Disturbi d’ansia (ansia generalizzata, attacchi di panico, fobie)
  • Dipendenze da sostanze e dipendenze comportamentali
  • Disturbo post traumatico da stress e acuto da stress
  • Trauma
  • Disturbo ossessivo compulsivo
  • Riabilitazione cognitiva per traumi cranici, ictus e demenze
  • Autismo
  • Epilessia
  • Acufene

Il neurofeedback si rivolge a tutti coloro che vogliono massimizzare e ottimizzare la performance e la creatività in qualunque ambito come gli atleti, manager, artisti, musicisti e studenti universitari. 

Il Neurofeedback per le eccellenze: sport e Human Performance

Il neurofeedback è stato ed è attualmente impiegato nell’addestramento degli astronauti NASA, con gli sportivi e gli olimpionici, con i manager delle più grandi aziende. Con il neurofeedback è possibile imparare ad eccellere nella performance, a massimizzare le proprie risorse valorizzando il proprio potenziale: imparare a concentrarsi in maniera efficace senza consumare le proprie risorse, scoprire che si può essere produttivi ma allo stesso tempo rilassati e focalizzati. Imparare ad accedere a nuovi stati di coscienza per favorire la creatività e l’inventiva.

Come si svolge una seduta

La prima cosa che possiamo affermare del neurofeedback è che è divertente e coinvolgente; un modo unico per imparare da accedere a stati mentali nuovi.

Il cliente si siede su una comoda poltrona di fronte allo schermo del pc e viene collegato con dei sensori EEG. Dopo una breve baseline (registrazione di valutazione iniziale) di qualche minuto si comincia: verranno somministrati degli stimoli visivi e o musicali o videogames quando si lavora con i bambini che saranno degli indicatori delle onde cerebrali e quindi gli stati mentali ed emotivi ad essi collegati con i quali vogliamo lavorare. Gradualmente il cliente sarà in grado di entrare e uscire dagli stati mentali desiderati. L’allenamento è coinvolgente ed entusiasmante. La seduta dura massimo 45 minuti e alla fine si esegue una baseline finale per poter monitorare seduta dopo seduta i risultati ottenuti. 

I sensori del neurofeedback sono fastidiosi? 

Assolutamente no: i sensori altro non sono che delle piccole piastrine di metallo avvolte da morbide spugnette/batuffolo imbevute di soluzione salina che vengono applicate e poggiate sulla testa grazie a una morbida cuffietta, senza sporcare e lasciare tracce sui capelli. I sensori servono solamente a registrare il naturale segnale elettrico emesso dal nostro cervello. 

Brain Mapping, mappare il cervello

approccio integrato

Prima di iniziare un percorso di neurofeedback è bene avere una panoramica sul funzionamento del cervello, vedere come si organizza e come si gestisce elaborando una brain map. Durante i primi incontri verrà effettuata una registrazione complessiva del cervello mediante l’elettroenecefalografia  per studiarne l’attività da vicino, trovando i punti di forza e di debolezza per poter scegliere i protocolli di trattamento più efficaci di neurofeedback e/o biofeedback. Per la mappatura viene utilizzato il sistema TQ7 Brain Trainer di Peter Van Deusen che a differenza delle classiche mappature (Qeeg) che utilizzano un database normativo che si riferisce ad una popolazione “normale”, impiega un sistema descrittivo e qualitativo basato sui sintomi del cliente che permette l’elaborazione di training di neurofeedback personalizzato.

Approccio integrato 

approccio integrato

Insieme al neurofeedback per massimizzare i risultati e in base agli obiettivi concordati, potranno essere impiegati tecniche di biofeedback (rimando ad altra pagina bio), rilassamento, tremore neurogeno (rimando ad altra pagina tre), esercizi posturali, pratiche mindfulness e counseling. 



Quante sedute servono?

Un training completo, a seconda degli obiettivi o della gravità della patologia, richiede tra le 20 e le 30 sedute che possono essere svolte una o due volte alla settimana per un tempo complessivo tra i 3 o i 6 mesi. I benefici si iniziano a percepire fin dalle prime sedute.

Quando finisce il trattamento c’è il rischio che il problema ritorni?

L’obiettivo della psicofisiologia è permettere in maniera sistematica di portare le abilità acquisite nei training nella vita quotidiana. Un training di neurofeedback è come un allenamento che stabilizza i risultati nel tempo. È come quando si impara ad andare in bicicletta, una volta acquisita tale abilità, rimane per sempre.  

Se si è in cura farmacologica?

Il neurofeedback è un valido strumento per favorire la riduzione dell’assunzione farmacologica, previo consenso e autorizzazione del proprio medico curante.

Chi è il trainer del Biofeedback e Neurofeedback? 

Il trainer del biofeedback è uno psicologo o un medico con una specifica formazione nell’ambito della psicofisiologia applicata. Al mondo esistono solo due enti di ricerca e formazione che certificano gli operatori di biofeedback e neurofeedback: BCIA Biofeedback Certification International Alliance e la BFE Biofeedback Federation of Europe. 

 

Il dott. Mario Picozza psicologo esperto in psicofisiologia, è certificato BFE Neurofeedback, Hrv Biofeedback e Biofeedback Trainer di terzo livello presente nell’elenco degli operatori certificati. Per saperne di più clicca qui.

 


Biofeedback e Neurofeedback sono prestazioni psicologiche in conformità alla legge n.56 del 18 febbraio 1989 dell’ordinamento della professione di psicologo; sono prestazioni sanitarie esenti iva e detraibili in base al proprio regime contribuitivo. 

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